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L'usine

MODA INGIUSTA

La fast fashion tra sfruttamento degli operai e danni ambientali.

Dans ce reportage en italien publié dans le mensuel JESUS, Stefania Culurgioni décrit les mécanismes économiques qui menacent l’environnement et condamnent les ouvriers de la confection textile des pays en voie de développement dont le Cambodge.

In Cambogia, Yann Defond, 45 anni, ha deciso di dedicare la sua vita agli operai poveri. Lo raggiun- giamo grazie al centro culturale dei missionari del Pime: Yann è un giornalista francese, originario di Lione, nato e cresciuto in una famiglia di operai cattolici: «Da giovane ho militato nella Jeunesse Catholique Chrétienne», raccon- ta. «Ho scoperto Cristo ma anche di appartenere alla classe operaia. Nel 2003, quando avevo 24 anni, sono venuto in Cambogia come cooperante, ho vissuto a Phnom Penh, poi sono tornato in Francia per continuare la mia formazione per diventare prete. Dopo quat- tro anni ha compreso che la mia vocazione era di vivere in mezzo agli operai poveri di questo Paese ma questa volta per sempre. Sono rimasto laico ma sono tornato qui per vivere il Vangelo tra loro, per pregare con loro. Oggi vivo facen- do il giornalista e confezionando oggetti artigianali tradizionali».

Yann conosce bene quali sono le condizioni di lavoro della popo- lazione del tessile: «I salari minimi erano passati da 60 a 204 dollari», spiega. «È stato quindi un grosso aumento ma dopo la pandemia si sono abbassati di nuovo. Il proble- ma è che si tratta del minimo indi- spensabile, servirebbero almeno 300 dollari al mese per vivere di- gnitosamente. Insomma, quello che danno è proprio il minimo vi- tale. Ma le ore di lavoro sono mas- sacranti: si lavora come minimo otto ore per sei-sette giorni, ma spesso nelle fabbriche si arriva a dieci ore e raramente gli operai si rifiutano di fare gli straordinari. Dentro, le condizioni sono molto dure: non c’è ventilazione, le garanzie sanitarie non sono buone, non ci sono misure di protezione». Ma Yann descrive anche il «clima di paura» che si respira nell’aria: «Gli operai hanno anche timore a chiedere i congedi di malattia», dice. «La mentalità è quella della sottomissione, dappertutto: si ha paura del Governo, le donne hanno paura dei mariti, i lavoratori han- no paura dei capi. L’operaio medio non ha consapevolezza che il suo lavoro sia pagato così poco rispetto a quanto guadagna il suo commit- tente, si accontenta di quello che gli dà».

Extrait de l’article

Par Yann D

Le choix de Yann DEFOND pour la vie en tant que fils d’ouvrier et chrétien est de partager l’existence des travailleurs qui habitent le plus grand quartier ouvrier du Cambodge en solidarité. Il a d’ailleurs lui-même travaillé en usine, dans l’industrie graphique, en France, son pays natal.
Son témoignage en cours d'écriture relate donc ce qu’il peut observer auprès des jeunes femmes qui cousent jour après jour bon nombre des vêtements que portent les européens. Quelques réflexions et autres notices autobiographiques agrémentent ce texte dans lequel il évite humblement d’employer le pronom personnel sujet de la première personne du singulier pour parler de lui.

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